Messaggio di fine anno del Presidente della Regione

Siciliani,

la nostra Isola è chiamata oggi ad affrontare gli effetti della globalizzazione selvaggia e l’aggravamento del divario socio-economico, ma anche a cogliere le opportunità della rivoluzione digitale, della velocità degli scambi, del confronto tra le culture.
Può l’Autonomia regionale essere ancora – dopo 72 anni dallo Statuto – una risorsa utile per affrontare questa sfida così impegnativa e offrire ai siciliani opportunità e possibilità di riscatto dal bisogno? La risposta è si, malgrado la Regione sia stata ridotta ai minimi termini, chiusa in se, autoreferenziale e senza più alcuna credibilità istituzionale, in un drammatico squilibrio finanziario che rende i suoi cittadini i più tartassati sul piano fiscale, con i peggiori servizi.
Mentre un nuovo vento regionalista si diffonde in Europa e giunge sino al Nord Italia, il nostro primo compito, dunque, è quello di rilanciare l’Autonomia della responsabilità (e non più dei privilegi) per essere parte attiva di questo processo riformatore, divenuto ormai ineludibile. La Sicilia deve dimostrare di saper tenere “carte e conti in regola”; di essere capace di varare riforme significative che riducano l’imposizione fiscale, di saper guardare alla innovazione, di cogliere le opportunità che offrono la centralità mediterranea, le trasformazioni della produzione agricola ed industriale; di saper puntare sulla qualità delle sue Università e dare certezza di futuro a migliaia di giovani.
Nell’anno che si conclude, ancora molto difficile per tantissimi nostri concittadini, il governo della Regione – all’inizio del suo mandato – ha dovuto affrontare una complessa opera di riorganizzazione della macchina burocratica e di programmazione delle indispensabili risorse extraregionali per dare nuova linfa alla depressa economia isolana. Un primo importante risultato lo abbiamo raggiunto: 713 milioni di euro di fondi europei spesi e certificati in questo 2018! Un traguardo che ha sorpreso persino i diffidenti e rigorosi funzionari di Bruxelles.
A questi obiettivi, che riteniamo gli unici per i quali valga la pena di spendersi, abbiamo improntato la nostra azione, nel silenzio del dovere, nei primi faticosi dodici mesi. Ed il negoziato che abbiamo aperto a settembre con lo Stato, oltre ai primi consistenti risultati già dati, dovrà portare entro il prossimo anno ad ottenere più ampi spazi di autonomia e risorse finanziarie, per offrire ai siciliani occasioni di lavoro e protezione per i più deboli, ma anche per riparare ai tanti torti subìti. Oggi lavoriamo per rilanciare una immagine forte della nostra Autonomia, che a Roma non chiede più spiccioli o privilegi, ma che vuole vedersi riconosciuti i propri diritti.
È questa la sfida del 2019. E l’augurio che rivolgo a tutto il Popolo siciliano è che l’anno prossimo possa essere quello della rinascita, quello della speranza che si tramuta in certezza.

Dio benedica la nostra Isola. E auguri di ogni bene a ciascuno di Voi.


Nello Musumeci

Presidente della Regione Siciliana

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