Gli autori e gli interpreti dello spettacolo “96 ore”, in scena al Teatro Biondo di Palermo, incontrano gli studenti universitari al Santi Romano
Giovedì 16 novembre, alle ore 18.00, gli autori e gli interpreti dello spettacolo 96 ore, che debutterà al Teatro Biondo di Palermo il 22 novembre, incontreranno gli studenti universitari nella sede dell’ERSU, presso la Sala Schembri della Residenza Santi Romano, edificio 1 di Viale delle Scienze.
Angelo Campolo, regista e attore siciliano da anni impegnato nel teatro civile, porta in scena un viaggio nella giustizia minorile con occhi spogli da pregiudizi. Lo spettacolo 96 ore propone, in chiave originale, tre storie ispirate a testimonianze che l’autore ha raccolto nel suo lavoro di ricerca in alcuni CPA italiani.
CPA sta per “Centro di prima accoglienza”, un luogo previsto dalla giustizia italiana per ospitare minorenni a seguito di un arresto in flagranza di reato, fino all’udienza di convalida con il giudice, entro il termine tassativo di 96 ore. I CPA sono vere e proprie “case”, con tanto di dormitorio e stanza ricreativa, che non si caratterizzano come strutture di tipo carcerario. Dentro vi lavorano equipe di educatori, assistenti sociali e poliziotti in abiti borghesi. Il loro compito è ricostruire le storie dei minori che vi transitano dopo il momento traumatico dell’arresto. Un lavoro delicato, basato sulla cura e l’ascolto dei ragazzi.
In scena, insieme a Campolo, ci sono due ragazzi e una ragazza di Palermo attualmente impegnati in un percorso di “messa alla prova giudiziaria”, e l’attrice Nunzia Lo Presti, che sul palco interpreta il ruolo di Rita Giordano, assistente sociale ispirata a numerose figure incontrate da Campolo nella sua ricerca, qui guida e mentore per far conoscere al pubblico da vicino i meccanismi di funzionamento del CPA.
96 ore permette di compiere un viaggio dentro un “ufficio speciale”, per osservare da un punto di vista diverso storie umane spesso raccontante ricorrendo ad estremismi, stereotipi o facili soluzioni. Uno spettacolo originale, che parla di giustizia e rieducazione con l’intento di offrire uno spazio del possibile a storie di vita non ancora irrimediabilmente segnate.
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